Simona Giunta e la sua equipe di Sapienza al lavoro per ricerche d’avanguardia sul DNA
Con l’arrivo di un finanziamento da 1.5 milioni di euro per un progetto di ricerca in ambito biomedico, l’Italia torna a valorizzare il suo potenziale in termini di progresso scientifico.
L’organismo dell’Unione europea che finanzia i ricercatori di eccellenza, l’European Research Council (ERC), conferisce di aver approvato il progetto tutto italiano “CentroFun”, per continuare la ricerca avviata nel 2021 sui cromosomi, in particolare sul centromero umano.
A capo dei lavori, Simona Giunta, docente del dipartimento di Biologia e biotecnologie “Charles Darwin” che nel 2020 torna a Roma, nella sua città Natale, dopo due decenni trascorsi all’estero e decide di portare avanti un programma di ricerca all’Università La Sapienza per indagare il ruolo dell’instabilità genomica nelle malattie degenerative come il cancro e l’invecchiamento.
Questi fondi daranno la possibilità a Simona e al suo gruppo di laboratorio, di compiere passi decisivi nel campo delle scienze biomediche, acquisendo una conoscenza approfondita del centromero umano e dei processi di mutagenesi, di danno e di riparazione del DNA.
L’obbiettivo sarà quello di capire quanto sia significativa la variabilità nel DNA tra persone diverse per aumentare e migliorare la possibilità di intervento mirato, personalizzato ed efficiente.
Tutto questa sarà reso possibile con il sostegno della Marie Curie Reintegration Fellowship, del premio Rita Levi Montalcini “Rientro dei Cervelli” offerto dal Ministero dell’Università e Ricerca, dallo Start-Up Grant dall’AIRC nonché dai sopracitati schemi di finanziamento promossi dall’Unione europea che sostengono il lavoro di ricercatori emergenti in più campi dell’attività di ricerca autonoma europea.
Ogni anno infatti, l’ERC eroga finanziamenti a centri di ricerca di primo piano all’interno dell’Unione europea. Quest’anno sono stati assegnati 408 Starting Grant (a fronte di oltre 2900 richieste presentate) per un totale di 636 milioni di euro.
Dopo aver ottenuto il via libera dall’UE, Simona Giunta commenta: “questo traguardo significa molto per me a livello personale. Come donna che lavora nel mondo della scienza ho dovuto affrontare il tema di conciliare la maternità e la vita familiare con l’impegno nella professione, scoprendo come possano essere l’uno la linfa dell’altro” per poi sottolineare come la sfida non sia solo personale ma vada ad assumere un valore importante nel quadro più generale dello stato della ricerca in Italia: “da quando lasciai per la prima volta il Paese nel 2002, l’esodo di giovani connazionali in cerca di opportunità accademiche ed economiche non ha fatto altro che aumentare, causando una dispersione progressiva dei talenti e riducendo il potenziale del nostro Paese in termini di progresso scientifico”.
E’ bene dunque, poter osservare come vengono messi in campo strumenti atti a ridurre questa tendenza, nonostante nel nostro Paese “la fuga dei cervelli” sia un fenomeno tutt’altro che marginale.