È la suggestiva Casina delle Civette, appartenente al complesso museale di Villa Torlonia, ad ospitare, dal 17 febbraio al 27 maggio 2018, la prima mostra personale nella Capitale di Pietro Gentili dopo la sua scomparsa nel 2008. La mostra, intitolata “Soglie di luce”, è nata con l’obiettivo di far conoscere al pubblico l’universo culturale dell’artista attraverso 50 opere tra quadri, sculture, gioielli, moduli tridimensionali realizzate utilizzando tempera, foglia d’oro e d’argento, sabbia, polvere di specchio, plexiglass e legno.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’ Archivio Gentili e da Fabrica Associazione Cuulturale, la mostra è a cura di Claudio Cerritelli e Maria Grazia Massafra ed è stata inaugurata con grande successo venerdì 16 febbraio.
Pietro Gentili è stato un artista versatile e poliedrico. Nato a San Vito Romano nel 1932, dopo essersi trasferito giovanissimo a Roma per i primi studi d’arte, all’altezza dei trent’anni decide di recarsi negli Stati Uniti, soggiornandovi per qualche anno. Continuerà successivamente a viaggiare, alternando il lavoro artistico a collaborazioni importanti con la stilista Germana Marucelli, creando gioielli destinati a sfilate d’alta moda. Il viaggio più significativo e determinante, da lui stesso ricordato come “viaggio dell’anima”, è quello in India del 1976, che permetterà al mondo orientale di entrare in contatto diretto con la sua opera e il suo pensiero. Dopo aver scoperto in maniera profonda la magia del viaggio e il fascino dei luoghi asiatici ed europei, il 1983 vede concretizzarsi il suo ritorno in Italia, dove rimarrà più o meno stabilmente fino al termine della sua vita.
Il percorso creativo di Pietro Gentili ha un carattere talmente singolare da escludere comunque ogni possibile appartenenza al gioco delle tendenze artistiche contemporanee, in virtù soprattutto della sua visione trascendente di tempo e spazio. Il mondo di astrazione dei suoi lavori ha, tuttavia, attinenze dirette con un filone di arte contemporanea di carattere mistico-simbolico-spiritualistico che si rifa al mondo orientale, alla religione, alla filosofia dello zen.
Fondamentale, nell’ambito della sua visione artistica, è la ricerca della bellezza connessa alla concezione di un’arte intesa come ricerca, come armonia spirituale, come mezzo per raggiungerla. E per l’artista, l’immagine della bellezza che trapassa l’anima è legata indissolubilmente alla luce, all’aspetto immateriale della creazione, all’immediatezza dell’eterno presente.
Per Gentili, l’artista si configura come portatore assoluto di luce e tutte le opere in mostra ci parlano di una ricerca dell’assoluto, di un viaggio spirituale che esalta il mistero proprio della luce, misura di tutte le cose. Anche la tecnica utilizzata ci parla di questo: l’uso della foglia d’oro si alterna all’argento per ottenere un senso di smaterializzazione della superfici. E così lo specchio, “spazio-oltre”, da cui sprigiona la dialettica tra realtà e finzione, artificio e natura, razionalità e sensibilità emozionale. Allo stesso modo la “porta” indica il senso di apertura verso l’altrove, luogo di congiunzione tra sacro ed umano, confine aperto verso l’intera luce del creato.
L’equilibrio tra la visione interiore e l’atmosfera dell’ambiente esterno è chiaramente visibile anche nelle prove scultoree. Ugualmente i gioielli sono immaginati per essere indossati da una figura di donna stilizzata, estranea alla celebrazione della sua immagine di massa e tutta concentrata nel sogno dei valori interiori. Come per le ricerche plastico-pittoriche, nel caso del gioiello tutto è immaginato in relazione a un corpo legato alla dimensione sacrale della bellezza di cui Gentili interpreta l’aspetto mistico e spirituale. I monili intervengono direttamente sulla figura femminile, trasformando la donna moderna quasi in sacerdotessa di una nuova religione della luce.
Sarà possibile visitare la mostra dal martedì alla domenica e dalle ore 9.00 alle ore 19.00. Inoltre, in occasione dell’esposizione, i visitatori potranno partecipare ad interessanti iniziative.
Domenica 18 marzo sarà ad esempio la volta di Sparks, momento in cui si leggeranno alcuni scritti di Pietro Gentili, di Jodorowsky, di Borges, Zoroastro, con riferimenti alla spiritualità e alla scintilla (Sparks) di luce divina intravista negli anni Settanta.
Domenica 15 aprile toccherà poi a Porta chiusa, porta aperta, che darà modo di ragionare sul mistero oltre lo spazio: un viaggio iniziatico tra il cielo e la terra, tra realtà e spirito, tra limiti e infinito attraverso brani di autori antichi e moderni sul mistero, sull’apertura ad altre dimensioni e sul tema del confine, del limite.
Domenica 27 maggio, infine, in occasione della chiusura dell’evento, Pravaha sarà l’occasione per riflettere sull’esperienza indiana di Pietro Gentili, attraverso una rappresentazione di danza indiana tradizionale, eseguita da Livia Porzio, studiosa di danze tradizionali tra l’Italia e l’India, e qualche lettura a tema.
Michele Antonelli