Seconda giornata di Spring Attitude festival, l’evento organizzato da più di 10 anni che raccoglie appassionati di musica con una particolare attenzione alle nuove tendenze e agli artisti più interessanti e innovativi del panorama pop, con un occhio di riguardo alle ibridazioni di genere
Il 17 settembre a esibirsi sono stati ben 8 artisti, in una line up davvero di alto livello e più coerente come sonorità rispetto alla giornata precedente. Se infatti nella prima data i due palchi del suggestivo set romano di Cinecittà sembravano quasi essere dedicati a due target diversi, nella seconda giornata invece le sonorità sono rimaste sulle contaminazioni soprattutto jazz, per sfociare nella dance finale di Kokoroko e Nu Genea e infine nella techno di Ellen Alien.
La serata, sold out, è iniziata alle 17.45 con i Post Nebbia, band di Padova progetto di Carlo Corbellini, che dopo l’iniziale notorietà con l’album Canale Paesaggi del 2020 è diventata ancora più nota grazie all’ultimo disco uscito a maggio di quest’anno, Entropia Padrepio, tanto da essere citato come il miglior album italiano degli ultimi anni dal podcast del Post di Matteo Bordone e ad essere stato intervistato da numerose riviste e programmi radiofonici, tra cui anche gli speaker del programma The Music Box su RadioSapienza a pochi giorni dall’uscita dell’album (qui sotto puoi recuperare l’intervista ai Post Nebbia).
La setlist della band di Padova ha alternato canzoni dell’ultimo album e di quello precedente, in una esibizione divertente e coinvolgente, che live mostra ancora di più la natura sperimentale e le contaminazioni che ispirano la band, dallo psych dei Tame Impala al funk dei Talking Heads (in particolare in “Voce fuori campo”) e che raggiunge i picchi con l’esibizione di una carichissima “Persone di Vetro” e la più nota “Televendite di Quadri”.
Subito dopo si è esibito Marco Castello, cantautore siciliano che unisce l’indie pop a sonorità jazz ma in cui si sente anche l’influenza della Sicilia, in un live fresco e coerente con la presenza nella line up dei Nu Genea (con cui a fine serata canterà anche la canzone “Rire”, da lui registrata anche nell’album). Ospite a sorpresa è stato Fulminacci, protagonista della serata precedente, con cui Marco Castello ha infatti cantato “Magari”, pezzo a cui i due hanno collaborato assieme.
Si inizia a ballare invece con l’elettronica di Whitemary, potente, ritmata, divertente ed autoironica, il pubblico del genera stage era molto coinvolto dall’esibizione dell’artista abruzzese trapiantata a Roma. Peccato per i problemi tecnici al kick della batteria elettronica che ha accorciato il tempo della sua esibizione, riuscendo a suonare poche canzoni, ma che hanno sicuramente divertito e coinvolto il pubblico.
Momento emozionante e memorabile è stata la lunga esibizione dei Calibro 35, che hanno suonato il repertorio del maestro Ennio Morricone, morto nel 2020. Ascoltare queste canzoni in un luogo suggestivo e legato alla storia del cinema come Cinecittà rende poi questa esibizione davvero un evento. La selezione delle tracce dei Calibro 35 è molto particolare, alternando le colonne sonore indimenticabili dei film western con Sergio Leone, ma anche brani più sperimentali e jazzistici (rimanendo nel tema della serata), come la colonna sonora di “Svegliati e Uccidi” di Carlo Lizzano, ma anche a brani di musica popolare italiana come “Se telefonando” di Mina, in realtà arrangiata dal maestro. Molto probabilmente questa selezione è stata ispirata anche dal documentario Ennio, diretto da Giuseppe Tornatore e presentato alla 78esima edizione della Mostra del cinema di Venezia nel 2021, tanto che nell’esibizione della colonna sonora di “Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” viene riprodotta la voce di Ennio Morricone che nel film racconta della realizzazione del tema e del suo confronto con il regista Elio Petri al riguardo.
Dopo una piccola pausa di 20 minuti, a esibirsi sul Molinari stage è stato Venerus, con il suo R&B con contaminazioni jazz, che vanta numerose collaborazioni nel mondo del pop e hip hop italiano, in particolare con Mace, e che ha fatto cantare il pubblico con la sua esibizione in cui oltre a cantare si è alternato al piano e alla chitarra.
Si torna a ballare con l’esibizione dei Kokoroko, band afro jazz di Londra composto da 8 elementi, che nonostante un album (uscito quest’anno) e un EP all’attivo, sono già una band di culto con il loro stile stratificato, che unisce jazz a ritmiche di ispirazione africana.
L’esibizione più attesa della serata è però sicuramente stata quella dei Nu Genea, che si sono esibiti con tutta la live band al completo. La scaletta ha dato spazio soprattutto all’ultimo album Bar Mediterraneo, un disco estivo, fresco e divertente che ha portato moltissima notorietà alla band. Il 17 settembre, in una serata ventosissima, l’esibizione dei Nu Genea è stata una specie di addio all’estate, un’ultima danza, in una esibizione che ha fatto danzare 5mila persone in cui la band napoletana ha conquistato il cuore dell’antica Roma.
Lo Spring Attitude si chiude poi con la techno di Ellen Alien, ma questa edizione del festival sembra essere un punto di svolta per l’evento. La location, la presenza di due palchi che hanno garantito quasi 8 ore di musica live senza sosta per due giorni, la line up con nomi davvero di alto livello, sia dal mondo del pop che da approcci più sperimentali, l’edizione del 2022 dello Spring Attitude lascia sicuramente grandi speranze e aspettative per cosa si inventeranno il prossimo anno.