Martedì 8 Aprile 2025 l’Aula Lucchesi ha ospitato l’evento “Sapienza e Invitalia per lo sviluppo dell’imprenditoria ad impatto“, finalizzato alla diffusione della cultura imprenditoriale innovativa a partire dalla comunità accademica, grazie alla collaborazione tra Invitalia– Agenzia nazionale per lo sviluppo-e l’Università Sapienza di Roma. Nel corso dell’incontro sono state presentate varie opportunità di finanziamento rivolte alle startup ed è stato possibile ascoltare le testimonianze di alcuni imprenditori.
Quando un’impresa è ad impatto sociale?
Le imprese ad impatto sono imprese che orientato il proprio modello di business in modo tale da garantire sostenibilità economica, sociale e ambientale, pur non considerandolo come unico obiettivo da perseguire. Si parla infatti di impatto sociale quando un’impresa riesce ad integrare nel proprio modello aziendale sostenibilità e solidarietà, promuovendo investimenti in ambito privato o pubblico che abbiano un impatto positivo sulla vita e i servizi della collettività. Da un punto di vista legislativo, la normativa italiana ha individuato quali sono i principali requisiti che un’impresa deve soddisfare per essere riconosciuta come impresa ad impatto sociale. Innanzitutto, è richiesta una finalità esplicita di impatto sociale positivo, dichiarata in modo chiaro; è inoltre necessario adottare sistemi di monitoraggio per valutare in modo continuativo l’impatto sociale generato; l’attività deve basarsi su un modello economico sostenibile, capace di generare ricavi attraverso l’offerta di beni e servizi; infine, la gestione dell’impresa dovrebbe prevedere il coinvolgimento simultaneo di lavoratori, beneficiari e comunità locali , nel rispetto dei principi dell’economia sociale.
Sapienza come laboratorio di futuro
Oggi l’innovazione non è più solo una questione tecnologica. Le startup stanno diventando agenti di cambiamento sociale e ambientale, e le università assumono un ruolo centrale nel sostenere questa evoluzione. In particolare, l’Università Sapienza di Roma , attraverso il Sapienza Businness Innovation Hub, si pone come un punto di incontro tra ricerca, impresa e società. Il progetto coinvolge venti dipartimenti universitari con l’obiettivo di accompagnare le startup nella crescita, con una particolare attenzione all’impatto sociale e ambientale. All’interno dell’incubatore spicca il Yunus Center, ispirato all’esperienza del microcredito nei paesi in via di sviluppo. Come ha ricordato Alberto Pastore, Professore Ordinario di Economia e gestione delle imprese e Direttore del Master Universitario in Marketing Management, è importante favorire l’innovazione sociale e sostenibile integrando in chiave strategica, nel modello della cosiddetta quadrupla elica, le competenze e i bisogni di Università e ricerca, Imprese, Istituzioni pubbliche e Cittadini.
Invitalia e il supporto all’economia sociale
Partner strategico per l’università è Invitalia, che offre strumenti finanziari per lanciare e rafforzare progetti imprenditoriali nel settore sociale. Il più rilevante è la misura Italia Economia Sociale: si tratta di un’opportunità rivolta sia a startup che a imprese già esistenti che operano con una chiara finalità sociale. Il programma prevede finanziamenti compresi tra 100.000 euro e 10 milioni di euro, strutturati in tre componenti: 56% di finanziamento agevolato, 24% di prestito bancario e una quota restante a fondo perduto. Nei primi due anni di attività, grazie a questa misura, sono stati finanziati 60 progetti in tutta Italia. L’obiettivo non è solo economico, ma punta alla crescita collettiva, allo sviluppo sostenibile e alla generazione di un impatto positivo concreto. Un altro strumento significativo è Smart&Start Italia, anch’esso gestito da Invitalia, pensato per supportare le startup innovative, in particolare quelle che integrano tecnologia e impatto sociale. Oltre al finanziamento iniziale, il programma prevede anche percorsi di accelerazione e offre la possibilità di restituire una parte del prestito a tasso zero, facilitando così lo sviluppo e il consolidamento dell’impresa. Tra i criteri di accesso rientrano la fattibilità tecnica del progetto, la difendibilità dell’idea sul mercato e la capacità innovativa nel generare un cambiamento.
Non si tratta solo di finanziare: l’ecosistema si costruisce con formazione, orientamento e connessione con il mondo del lavoro. I sei hub territoriali nati da questo progetto, infatti, portano l’innovazione anche nelle scuole, aiutando i giovani a concretizzare le proprie idee per il futuro.
Progetti che fanno la differenza
Durante l’evento sono stati presentate la Fondazione Domus de Luna e la startup Ugo, esempi di imprese ad impatto sociale che negli ultimi anni hanno raggiunto un notevole successo.
Fondazione Domus de Luna
La Fondazione Domus de Luna, realtà attiva in Sardegna che compie nel 2025 vent’anni di attività, ha promosso un progetto che riguarda la rinascita dell’Oasi WWF “Il Cervo e la Luna”, situata nella riserva naturale di Monte Arcosu, a circa 30 km da Cagliari. L’area, colpita da una grave alluvione e segnata dalle difficoltà del periodo pandemico, è stata oggetto di un intervento rigenerativo che ha messo al centro ambiente, formazione e inclusione sociale. La fondazione ha saputo coniugare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 con un modello di inserimento lavorativo rivolto a persone in situazioni di fragilità: giovani provenienti da famiglie in difficoltà economica o con vissuti problematici, detenuti della casa circondariale di Uta, donne vittime di violenza, persone con disabilità e ragazzi dalle comunità di recupero. Nel parco si svolgono attività di tirocinio, lavoro nei sentieri, accoglienza scolastica e progetti educativi. L’oasi è accessibile anche a persone non vedenti e offre esperienze gratuite a classi con situazioni sociali complesse. L’innovazione passa anche attraverso l’uso di tecnologie per la salvaguardia del territorio, come sensori anti-smarrimento o sistemi anti-alluvione. La Vicepresidente della Fondazione Petra Paolini ha affermato che il valore aggiunto del progetto sta nella visione a lungo termine: l’obiettivo è rendere le persone autonome, promuovendo un’idea di impresa che cura il territorio e le persone, con uno sguardo rivolto al futuro.
Startup UGO
La startup Ugo è nata a Milano grazie al supporto della misura Smart&Start Italia. L’idea iniziale, ha spiegato la socia fondatrice Michela Conti, si ispirava a un servizio estero di tipo drink and drive, ma l’evoluzione dell’impresa ha portato alla creazione di un modello molto più impattante sul piano sociale. Oggi UGO è una piattaforma tecnologica per il caregiving, che mette in contatto operatori qualificati con persone con difficoltà motorie o condizioni di fragilità, come anziani, soggetti con disabilità o patologie. Il servizio si configura come un accompagnamento su misura, che affianca le persone in attività quotidiane e spostamenti, offrendo un supporto simile a quello di un familiare caregiver. La piattaforma, basata su un sistema di feedback incrociati, permette di monitorare in tempo reale la qualità e l’efficacia del servizio. Oltre all’impatto sul lato utente, l’impresa genera valore anche per chi lavora al suo interno: molti dei collaboratori provengono da contesti economicamente svantaggiati, ricevendo una opportunità lavorativa dignitosa. Grazie al supporto di Invitalia, UGO ha potuto consolidarsi e passare con successo alla fase di Go-To-Market, dimostrando come la tecnologia possa essere uno strumento potente per creare inclusione e valore sociale. UGO, inoltre, si rivolge sia a privati che ad aziende e enti locali, offrendo un’alternativa flessibile e personalizzata nel settore dell’assistenza.
Per maggiori dettagli sulla Fondazione Domus de Luna e UGO e possibile consultare il loro sito web ai seguenti link: https://domusdeluna.it/oasi-del-cervo-e-della-luna-2/ e https://hellougo.com/
Articolo a cura di Martina Colantoni