Ieri 14 marzo è stato il World Maths Day, giorno dedicato alla matematica e la casualità ha voluto che proprio in questa ricorrenza, il mondo dicesse addio ad uno dei più importanti scienziati mai esistiti, Stephen Hawking.
Nato ad Oxford l’8 gennaio del 1942, a soli 21 anni gli venne diagnosticata la SLA, una malattia neurodegenerativa che lo costrinse a vivere con l’ausilio della sedia a rotelle e, successivamente, del sintetizzatore vocale. Dopo un primo momento di depressione, Hawking continuò la sua vita tra lo studio, la ricerca e l’amore per la sua prima moglie, Jane Wilde, con la quale ebbe tre figli: Robert, Lucy e Timothy.
Il professor Hawking, cosmologo, fisico, matematico e astrofisico, è celebre in particolar modo per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo.
La pecularietà che lo caratterizzava da fisico teorico quale era, sta nel fatto che non si limitava a condividere le sue scoperte solamente con il mondo scientifico, ma, utilizzando un linguaggio semplificato, la sua divulgazione ha sempre raggiunto il grande pubblico.
Negli anni l’interesse dello scienziato non è rimasto confinato a questioni di natura scientifica ma, difendendo il sistema sanitario pubblico ed i diritti dei disabili, nello specifico il diritto all’eutanasia e al suicidio assistito, ha sostenuto e portato avanti anche cause politiche e sociali.
Grazie alla sua personalità Hawking è divenuto una vera icona popolare della scienza moderna. E’ apparso più volte nel modo televisivo, sia nelle serie animate come i Simpson, i Griffin e Futurama, che nelle serial come The Big Bang Theory e Star Trek: The Next Generation.
Nel 2014 uscì “La Teoria Del Tutto” (The Theory Of Everything) di James Marsh, l’adattamento cinematografico del libro ” Travelling to Infinity: My Life With Stephen” di Jane Wild, il primo lungometraggio che celebrava lo scienziato anche sul grande schermo.
Marika Dioguardi