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“Storia dell’arte”: la celebre rivista di Argan incontra i social

Fonte: Instagram storiadellarterivista

Il 13 Marzo alle ore 17:30 il Mlac- Museo laboratorio di Arte contemporanea della Sapienza ha ospitato la presentazione dei risultati della ricerca “Storia dell’arte: una rivista fra tradizione e innovazione”.

“Siamo in un momento di convivenza tra vecchi formati e nuovi mezzi, volevamo trasformare il patrimonio e questa è la testimonianza di un nuovo modo di fare storia dell’arte”.

Esordisce cosi Antonella Sbrilli, docente e membro del comitato scientifico della celebre rivista “Storia dell’arte”, fondata da Giulio Carlo Argan nel 1969.

Le origini della rivista

“Storia dell’Arte” ha più di mezzo secolo di vita, a ripercorrere le sue origini è la vicedirettrice della rivista, Stefania Macioce.

La prima storica copertina gialla viene pubblicata nel 1969 in un volume di 36 pagine di testo.

Argan , secondo Macioce, “considera l’opera d’arte come un riflesso del contesto storico”.

L’elemento innovativo della rivista è proprio un’analisi dell’opera basata sulla sua storicità, struttura e semiotica. 

In esatta contrapposizione con il pensiero dello storico dell’arte Cesare Brandi per cui “l’opera d’arte non comunica messaggi, è una realtà pura”.

L’elemento chiave e di continuità della rivista è stato, ed è ancora oggi, il concepire l’arte come una realtà fenomenica oltre all’ interpretazione storica.

Continuità che passa, ad esempio, dagli scritti di Argan sul realismo di Caravaggio a quelli ancora oggi analizzati dall’attuale direttore della rivista, Alessandro Zuccari.

“Storia dell’arte” vive una crisi nel 2001 a causa del fallimento del suo editore “La nuova Italia” ma riesce a tronare in stampa grazie al passaggio di testimone con “Cam Editrice”.

Ad oggi è considerata una delle più autorevoli riviste dedicate agli studi storico-artistici a livello internazionale.

“Storia dell’arte” oggi

“Una rivista costa tanto ma non abbiamo mai rinunciato a stampare, manterremo sempre questo aspetto materico” interviene successivamente Massimo Moretti, coordinatore editoriale di “Storia dell’Arte”.

La rivista è una palestra per gli storici dell’arte e per questo viene utilizzato il “lungo referaggio” ovvero un metodo per cui gli articoli sono pubblicati partendo da un’idea “scarna ma utile” che l’autore esige di mettere in circolazione per poi essere arricchiti, criticati, corretti e dibattuti tra gli studiosi ed i lettori della rivista.

Secondo Moretti “I giovani trovano difficoltà a inserire tematiche nelle riviste e abbiamo pensato ad un metodo per scardinarle”

In questo modo un articolo è pubblicato più e più volte nel blog storiadellarterivista.it ma quando l’apparato iconografico è pronto e ricco diventa adatto ad essere pubblicato anche nella rivista cartacea.

I risultati della ricerca “Storia dell’arte:una rivista fra tradizione e innovazione”

Negli ultimi tre anni la rivista, in collaborazione con l’Università La Sapienza, ha portato avanti un importante lavoro di digitalizzazione degli articoli prodotti dal 1969 al 2021 .

A presentarne i risultati è Paolo De Gasperis, dottorando in Storia dell’Arte contemporanea.

Nel 2020 già il 20% della rivista era digitalizzato, tra il 2021 ed il 2022 si da il via alla campagna di censimento ed elaborazione dei testi per giungere a circa 1500 pagine digitalizzate.

Nel 2024 il totale delle pagine digitalizzate, normalizzate e corrette anche manualmente, è circa 10.000.

Ad oggi sul sito storiadellarterivista.it è disponibile l’archivio storico composto da un dataset pubblico di 1113 articoli scaricabili in pdf, leggibili e manipolabili e un dataset su richiesta di pari numero.

L’ausilio dell’IA è stato essenziale per velocizzare il processo di archiviazione e creazione degli OCR  ma al contempo fondamentale il lavoro di squadra umano.

I prossimi sviluppi Prevedono l’ampliamento dei mezzi di  comunicazione digitale e social della rivista attraverso la pagina Instagram “ storiadellarterivista”.

 

 

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