L’alienazione è un processo che estranea l’essere umano da ciò che fa, fino al punto di non riconoscersi in sé stesso, tale processo è stato al centro delle critiche di Karl Marx, nei confronti della società capitalistica, ed è stato il morbo che ha consumato le vite della maggior parte dei lavoratori, delle fabbriche della civiltà industriale.
Questa sensazione di non riconoscere sè stessi si determina a causa dell’inserimento, all’interno delle fabbriche, della cosiddetta catena di montaggio, che comportava per il mondo industriale, la possibilità di accrescere il numero dei prodotti da realizzare, ma per gli operai, la condanna a dover svolgere la stessa mansione per ore e ore, senza avere la possibilità di mettere in atto la propria creatività, diventando ingranaggi di una macchina, attraverso la continua ripetizione di un movimento, da persone dunque gli operai diventavano automi.
Ed è proprio di questo che ci parla il romanzo-poesia di Joseph Ponthus, intitolato “Alla linea” il protagonista della storia è un operaio interinale che lavora in Bretagna, prima nella conservazione del pesce e poi in un mattatoio e ogni giorno elenca con precisione i gesti del lavoro alla catena di montaggio, il fragore, la stanchezza immensa, i sogni inghiottiti dalla ripetizione di riti sfinenti, la sofferenza del corpo e l’annullamento dell’anima.
A salvarlo dall’automatismo e dalla totale perdita del proprio essere è il fatto di avere una vita parallela, interiore, animata dai grandi autori latini, dalle canzoni di Trenet, dai romanzi di Dumas. Il nostro operaio non è solo un ingranaggio, della logia capitalistica della grande industria, ma è una persona che è animata dalla gioia delle domeniche, dall’affetto per un cane, dall’amore per una donna, dall’odore del mare tutti elementi che gli permetto di continuare a lottare per rimanere sè stesso.
Il romanzo è caratterizzato da una scrittura in versi liberi, sospesa e concitata al tempo stesso, che asseconda il ritmo della fabbrica la colonna sonora di questo poema del contemporaneo, questa Odissea in cui Ulisse combatte contro i suoi ciclopi: i frutti di mare da spalare e le carcasse dei manzi.
L’autore del romanzo Ponthus è nato nel 1978. Ha studiato letteratura a Reims e lavori sociali a Nancy, ha fatto l’educatore nella periferia di Parigi per poi stabilirsi in Bretagna. Alla linea, il suo primo e unico romanzo, è stato un caso editoriale e ha riscosso grande successo di critica, aggiudicandosi cinque premi letterari. Lo scrittore è morto nel 2021 e in memoria di questo splendido romanzo e della sua penna, il 24 gennaio 2023, presso la Casa delle Letterature, sita in Piazza dell’Orologio 3, vi sarà un’incontro proprio su questo libro animato dalle personalità di: Paolo Giordano, Davide Orecchio, Alberto Prunetti, Vincent Raynaud e Simona Cives.