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Studiare all’estero ? Un successo umano e lavorativo

Era il lontano 1957. Sofia Corradi, giovane studentessa di giurisprudenza, si reca negli Stati Uniti per conseguire un master. Al suo rientro l’università italiana non gli convalida il titolo faticosamente conseguito. Inizia una lunga battaglia per vedere riconosciuti, nella sua carriera universitaria, quel periodo di studi all’estero.

Queste le premesse che portano alla formazione di uno dei maggiori successi politici dell’Unione Europea: l’Erasmus. Il Programma nasce ufficialmente nel 1987. Il nome è l’acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, ma anche un riferimento a Erasmo da Rotterdam il filosofo olandese che si laureò nel 1506 all’Università di Torino; vero e proprio antesignano del programma.

Ad oggi, sono oltre 4 milioni gli studenti europei che si sono recati all’estro per effettuare un periodo di studio. Grande la partecipazione tra gli studenti del nostro paese che, con il 10 per cento delle partenze, è al quarto posto tra le nazioni che partecipano al programma, dopo Spagna, Germania e Francia. Solo nell’anno accademico 2017/2018 sono 41.000 gli studenti italiani partiti per andare a studiare in un’università straniera. Mediamente la permanenza dei nostri studenti è attestata sui 6 mesi, mentre l’età media dei partecipanti è di 23 anni.

L’Italia si è configurata anche come importante paese di accoglienza. Oltre 21.915 gli studenti europei ospitati nelle università italiane nel 2015-16, quinta dopo Spagna, Germania, Francia e Regno Unito.

Partecipare al programma Erasmus ha permesso a moltissimi giovani di sentirsi realmente cittadini Europei; di sviluppando un maggior grado non solo di tolleranza, ma anche di comprensione per il diverso. Un’esperienza che ha portato alla formazione di solide amicizie nonchè alla nascita di stabili sodalizi amorosi tra ragazzi provenienti da diversi paesi.

Se rimane indubbia l’importanza dell’Erasmus sul versante umano, i dati raccolti descrivono anche un programma estremamente apprezzata dal mondo del lavoro. Ad 1 studente su 3 del programma è stato offerto una proposta di lavoro nel luogo della residenza all’estero; la percentuale di disoccupazione, rispetto ai laureati che non hanno partecipato al programma, è più bassa del 23 %. Dopo 10 anni dalla laurea le posizioni gestionali all’interno delle aziende sono per il 44% maggiori per gli ex Erasmus rispetto agli altri.

Numeri che ben testimoniano i risultati brillanti di un programma che ha dato molto agli studenti europei.

Tra le tante possibilità di studio all’estro, nel periodo di Aprile/Maggio esce il bando “Borse di perfezionamento all’estero”. Il bando di concorso, per titoli ed esami, prevede l’attribuzione di borse di studio per la frequenza di corsi di perfezionamento presso istituzioni universitarie internazionali. Il bando è destinato ai laureati in corsi di studio di secondo livello che non hanno superato i 29 anni di età. La durata della borsa, che prevede un contributo mensile di € 1.290,00, varia da un minimo di 6 mesi a un massimo di 12 mesi.

Importante occasione per svolgere un corso o un’attività di perfezionamento post-laurea presso un istituzioni estera.

Per prendere visione del bando: https://web.uniroma1.it/trasparenza/bandi_concorso_borse/69

Oreste Sacco