“La verità non mi veniva in mente. La verità è mattiniera. E, quando finalmente mi svegliai, essa fu accecante”: le parole di Esther Schor aprono l’edizione romana del TEDx, al Roma Convention Center- La Nuvola lo scorso 26 maggio. E, a viverla, è esattamente così che ci si sente: svegli, vivi, accecati dagli incessanti stimoli intellettuali che dal palco saltano prepotenti in platea.
Dalle 10 del mattino, gli spazi vasti e chiari della Nuvola si sono colorati di volti, professionalità e curiosi: è eterogeneo il pubblico del TEDxRoma perché, nello spirito dell’iniziativa che vuole “diffondere le idee che meritano”, sono le prospettive più disparate a incontrarsi in un evento così peculiare.
Come sottolineato da Emilia Garito, TEDxRoma Organizer and Curator, la riflessione di quest’anno è partita dall’utopia esperantista, il linguaggio dell’uguaglianza e della neutralità che custodisce la speranza di costruire la pace attraverso una comunicazione universale e neutrale.
Il pubblico di TEDx è fatto di “cittadini cosmopoliti di una Babele globale”, curiosi di scoprire se le tecnologie potranno diventare piattaforme abilitanti di un futuro fondato su meritocrazia, pace, armonia e sentire comune.
Mettere in dialogo le differenze e camminare a passo deciso verso la coesistenza: TEDxRoma è stato un viaggio attraverso confini, paesi, tradizioni e culture.
“Understanding complexity” è stato il primo slot ad aprire le danze: “la complessità che viviamo ha la magia di creare per ognuno di noi una realtà, a volte sfuocata, a volte visibile, ma scomoda, che ci induce verso un cammino predefinito dove il nostro passo è spinto verso un’unica direzione”. A prenderci per mano e indirizzarci verso un sentiero alternativo e deviato rispetto alle consuetudini le parole di Sumit S. Jamuar , i pensieri di Jonnie Penn, che ci invitano a riflettere sull’impatto delle intelligenze artificiali sul nostro futuro, le provocazioni di Dario D’Aprile, che sottolineano la correlazione del nostro comportamento fuori e dentro il mondo virtuale, il metodo “goodfeelings” di Raluca Andreea Hartea, fondato sull’importanza dell’empatia nelle relazioni con l’altro, e l’analisi di Paolo Benanti sul significato etico e antropologico della tecnologia per l’Homo sapiens.
Vola il tempo per un breve lunch break e si riprende, a ritmi serrati, interrogandosi sul “The Power of Neutrality”: la platea, gremita, sembra aver ormai catturato il significato di Esperanto. La “E” confusa che rimbalza sul logo delle t-shirt del copioso gruppo di volontari non sembra essere più così indistinta: Esperanto voleva essere una piattaforma di comunicazione neutrale attraverso la quale sostituire il giudizio di convenienza con un sentimento più responsabile di condivisione. Le piattaforme tecnologiche riusciranno a permettere ciò? A rispondere, gli interventi di Paul Isaac’s, Luca Belli, Charly Pache, Stefano Liberti e Ismael Cala, accomunati non solo dall’analisi critica riguardo l’utilizzo etico delle tecnologie, ma soprattutto dal caldo invito a rielaborare le priorità: “most of the times we are obsessed overbe right instead of be happy”.
Le battute finali, scandite a ritmo di caffè, incontri e interviste, sopraggiungono con gli ultimi e articolati interrogativi: possiamo essere noi i protagonisti della nostra storia? Siamo seguaci o attuatori di essa? A guidare le risposte, la musica dei Bluesbandati e i talk di Lulu Helbek, Richard Watkins, Hashem Al-Ghaili, Sfurti Sahare, Lorenzo Romito, Cameron Brown, fautori di discorsi che ambiscono non solo alla neutralità nel linguaggio, ma, anche e soprattutto, “nei pensieri, nelle idee, nelle visioni, nelle opportunità, nel lavoro”.
Il cuore pulsante dell’evento – l’energia e la diffusione delle idee – non smette di battere e a tenerlo in vita sono l’energia instancabile dei volontari, le professionalità appassionate degli speakers, la dedizione e l’impegno del team di organizzatori: se è vero che la verità acceca, allora il TEDxRoma deve aver illuminato molte menti.
Di seguito, le interviste che Radio Sapienza ha raccolto per voi:
Nicoletta Labarile
Foto di Nicoletta Labarile
Interviste a cura di Roberta Abate, Nicoletta Labarile, Cristina Migliorisi, Oreste Sacco, Pietro Sorace, Marina Taliercio e Daniele Valentino,