IL 23 gennaio si è tenuto un nuovo appuntamento del seminario Persuasione, suggestione, fascinazione e carisma.
Governo delle coscienze e processi di pensiero presso il Dipartimento di Filosofia della Sapienza Università di Roma. Durante la lezione precedente è stata affrontata la figura di Isocrate dal professor Francesco Verde (https://www.radiosapienza.net/28651-2/), stavolta è il professor Massimiliano Lenzi a raccontare Tommaso D’Aquino.
Tommaso D’Aquino nacque nel 1225, nel comune di Frosinone. Avendo undici fratelli, a cinque anni fu mandato nel monastero di Montecassino come “oblato”. L’oblatura era una pratica medievale, secondo la quale un bambino veniva consacrato a Dio fin dall’infanzia e preparato a divenire monaco. A quasi vent’anni Tommaso entrò nell’ordine dei Domenicani. Si tratta di un ordine mendicante, che mira alla salvezza delle anime mediante la predicazione e l’insegnamento. Proprio questi sono i valori che D’Aquino portò avanti durante tutta la sua esistenza. L’obbedienza ai dettami dell’ordine lo spinse a dedicarsi allo studio e all’insegnamento e a rifiutare numerose cariche ecclesiastiche. Nell’ultima fase della sua vita Tommaso, parallelamente al peggioramento delle proprie condizioni fisiche, sperimentò un grande misticismo religioso. Morì nel 1274, a soli 49 anni.
Durante la sua vita D’Aquino fu principalmente un teologo e un filosofo. E’ molto interessante notare come queste due discipline si intervalorizzino tra loro (come direbbe Glissant) e in particolare come la religione diventi fondamento necessario e inscindibile della filosofia di Tommaso D’Aquino.
La predicazione è un momento fondamentale della prassi Domenicana, attraverso di essa il frate converte le coscienze e “salva” la comunità. D’Aquino indaga il rapporto tra parola e pensiero, in quanto non solo la parola, ma anche il pensiero stesso che la precede, sono espressione di un ordinamento divino. Il pensiero di Tommaso si inserisce all’interno di una più lunga tradizione (Aristotele, Al Kindi, Avicenna ecc.) che studia l’effetto delle parole sulla realtà o sul corpo, la connessione tra ciò che si dice del mondo e il mondo stesso. Tommaso ricollega l’influsso e l’ispirazione delle parole a Dio. Da Dio deriva il mondo, la conoscenza di esso e la possibilità di nominarlo ed evocarlo. Perciò anche l’efficacia oratoria è dono della grazia divina.
Il professor Lenzi ha ribadito che non è possibile ridurre il pensiero filosofico di d’Aquino all’ideale religioso che seguiva. Non è possibile affermare che le idee teoriche sul rapporto parola-cosa siano il risultato di un’impostazione cattolica. Molti pensatori precedenti sono giunti a conclusioni assimilabili a quelle di Tommaso, pur venendo da contesti culturali completamente diversi. Si può dire, però, che queste idee sono usate da D’Aquino per sostenere una visione cristianamente orientata del mondo e affermare la presenza di Dio in tutte le cose.
A questo punto, mi permetto di fare delle conclusioni personali. Il pensiero di Tommaso, pur inserendosi in una specifica tradizione filosofica, sostiene la causa della religione. Questo tipo di pensiero deve essere sicuramente stato influenzato dal contesto culturale in cui egli viveva. Non bisogna, infatti, scordarsi che entrò in monastero a soli cinque anni e che passò la sua intera vita in stretto contatto con Dio. Inoltre, la maggior parte degli studiosi con cui ebbe degli scambi, erano illustri religiosi. Ciò vuol dire che la sua esistenza è stata indelebilmente segnata dalla spiritualità. Perciò, non solo la sua filosofia deve esserne pregna, ma in generale credo che il tipo di pensiero che abbia sviluppato sia stato fortemente orientato dall’ottica cristiana.
E non solo il pensiero di D’Aquino è stato orientato da questa ottica cristiana, ma a sua volta questo pensiero è divenuto il fondamento di un’intera cultura, la nostra cultura. D’Aquino è uno dei “padri della Chiesa”, una di quelle massime autorità a cui ci si è rivolti per secoli. La storia della filosofia e della letteratura sono state marcate dalla presenza del suo pensiero e, quindi, dalla presenza della religione. Dobbiamo capire bene le influenze passate e future delle idee dei nostri predececessori, perchè siamo indelebilmente legati a loro. La cultura di un popolo nasce da questo, dal pensiero di molti uomini. Perciò, è fondamentale avere ben chiaro cosa dicano questi uomini, per poter valutare bene non solo la storia, ma anche il nostro presente. Dalla conoscenza del passato, possiamo prendere le mosse per la creazione di un futuro migliore.
Una selezione di opere pittoriche, a dimostrazione della grande influenza che D’Aquino ha avuto sui posteri: