Si è aperto ieri, giovedì 31 maggio, il convegno di due giorni “Le trasformazioni resilienti dei rapporti”, organizzato dalla Facoltà di Psicologia della Sapienza.
L’incontro, svoltosi in tutta la giornata di ieri e nella mattinata di oggi, primo giugno, è suddiviso in quattro topic tematici: mediazione familiare, mediazione penale, stress e trauma e trasformazione dei rapporti nell’era tecnologica.
Ha presieduto e moderato il convegno la professoressa Claudia Chiarolanza, ricercatrice in Psicologia Dinamica, responsabile della sezione di mediazione familiare dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica della Sapienza, che ha introdotto gli interventi di illustri accademici e ricercatori del settore, e che abbiamo intervistato a fine convegno.
Silvia Mazzoni, professoressa di tecniche di osservazione e valutazione clinica nella famiglia, responsabile della sezione di Coordinazione Genitoriale della Sapienza, ha trattato il tema della coordinazione genitoriale e la questione dell’alta conflittualità. L’impossibilità di entrare in relazione e di sfociare in conflitti intrattabili, produce dei rischi all’interno della coppia e della stessa funzione genitoriale. Per questo motivo il conflitto va governato con la mediazione familiare e sostegno alla genitorialità, con l’attivazione di specifici piani genitoriali affinché non si arrivi al conflitto.
La tematica dello stress come costrutto diadico è stata invece affrontata da Ashley K. Randall, professoressa dell’Arizona State University, che si è soffermata ad illustrare le varie tipologie di stress che possono condurre a problemi relazionali all’interno della coppia, ma anche in qualsiasi tipo di sistema familiare. Lo stress conduce ad avere meno tempo per la relazione, ad un declino nella comunicazione all’interno della coppia, all’alienazione nella relazione, all’insoddisfazione, a disturbi mentali/somatici, fino a giungere alla separazione.
Branka Sladovic-Franz, professoressa ordinaria del dipartimento di servizi sociali della University of Zagabria, ha testimoniato e dato una panoramica dei cambiamenti attuali nelle dinamiche e strutture familiari in Croazia. Nella società croata, negli ultimi anni, si è verificato un aumento del numero dei divorzi, della monogenitorialità e di padri che chiedono più spesso i loro uguali diritti genitoriali, ciò porta ad un’attuazione dei diritti di partecipazione dei bambini ed alla prospettiva del lavoro sociale. Dal 2006 ad oggi, la Croazia, ha attuato una serie di provvedimenti in direzione di una migliore mediazione familiare, grazie anche alla nascita di studi post- universitari su tale argomento, con corsi obbligatori come “Teoria del conflitto: fattori psicologi e sociali” o seminari sull’analisi dei conflitti familiari.
Per quanto riguarda il topic della mediazione penale, ad intervenire è stata Valentina Bonini, ricercatrice in Diritto Processuale Penale all’Università di Pisa, che ha trattato la tematica della Restorative Justice e il superamento del tradizionale paradigma “divisivo” della giustizia penale. La valorizzazione del ruolo della vittima, la riparazione dell’offesa e la finalità di ricomposizione del conflitto sono gli elementi tipici della restorative justice, seppure con declinazioni di varia entità. Mentre la giustizia tradizionale si fonda sulla finalità di accertamento e metodo del contraddittorio, la giustizia riparativa ha finalità di ricomposizione del conflitto, e un metodo fondato sull’ascolto e riconoscimento dell’altro. La professoressa conclude il suo intervento affermando che solo una formazione culturale che consenta di comprendere a pieno la specificità della giustizia penale riparativa consentirà di farne una reale alternativa alla giustizia penale ordinaria.
A concludere gli interventi della mattinata di ieri è stata Margherita Occhiuto, assistente sociale dipartimento Politiche Sociali, U.O. Protezione persone minore età, responsabile ufficio tutela e accoglienza minori. La dottoressa Occhiuto ha confermato che il comune di Roma sta attuando ed ha in programma di attuare un piano sociale, che prevede sistemi di centri famiglia per ogni municipio, che si coordineranno e collaboreranno con le Asl.
Nel pomeriggio di ieri, ci si è soffermati più specificatamente ad approfondire le tematiche delle relazioni, dall’infertilità alla procreazione, allo stress e depressione e alle soddisfazioni per la relazione di coppia, con i professori Alessia Renzi (Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica, Sapienza), Renata Tambelli (direttrice del Dipartimento di Psicologia, Sapienza e professoressa ordinaria di Psicopatologia dell’infanzia), Rosita Marinoni (presidente del Centro per la mediazione sistemica “Gregory Bateson”), Caterina Lomabardo (direttrice della Scuola di Specializzazione in Valutazione Psicologica e Consulenza) e Dario Cafagna (Assistent Professor on Dynamic Psychology at eCampus University).
Invece, sulla giustizia riparativa si sono soffermati i professori Giancarlo Tamanza (professore associato di Psicologia Clinica Università Cattolica del Sacro Cuore), Maria Stella Di Tullio D’Elisiis (psicoterapeuta al Provvedorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio, Abruzzo e Molise) e Anna Maria Giannini (docente di Psicologia Forense alla Sapienza).
Nella mattinata di oggi si è trattato l’argomento del “legami dispera(n)ti” con Annunziata Titti Calfapietro (avvocato), Rita Della Lena (avvocato, mediatore familiare), Matilda Kosta (Departmente of Social Psychology, and Educational Research) e Lucrezia Maselli (Avvocato).
Il convegno si è concluso con un ulteriore approfondimento sul significato di mediazione, dopo aver analizzato a fondo il tema centrale dell’incontro e aver suggerito numerosi spunti di ricerca e sperimentazione.
Cristina Migliorisi