Lo scorso 9 febbraio si è svolto presso l’Aula Magna del rettorato un evento dal titolo Una vita da Stem. Ad organizzarlo è stata la Commissione orientamento del Comitato regionale delle università del Lazio (CRUL). La volontà era quella di dare un orientamento ai circa 900 ragazzi delle scuole superiori presenti in sala e che questa estate, dopo aver organizzato vacanze con la parola d’ordine “Sfondiamo tutto”, dovranno valutare se andare all’università e se sì, in quale facoltà.
COSA SI INTENDE PER MATERIE STEM?
L’evento si è concentrato in una particolare area delle facoltà universitarie: le cosiddette STEM. STEM non è altro che l’abbreviazione di Science (scienza), Technology (tecnologia), Engineering (ingegneria) e Mathematics (matematica). Queste quattro discipline rappresentano settori fondamentali e che si intersecano tra loro, promuovendo una comprensione approfondita del mondo che ci circonda e stimolando l’innovazione tecnologica.
INTRODUZIONE DELLA RETTRICE SAPIENZA
Ad inaugurare la giornata è stata proprio la rettrice del nostro ateneo Antonella Polimeni, persona più che adatta visto il suo percorso nella disciplina di medicina. Ha mostrato a tutti il video di una ex studentessa Sapienza che al momento si trova in una spedizione al Polo Sud. Si è già messo sul tavolo un tema importante: la bassa percentuale di donne presenti nelle facoltà STEM. In modo goffo la rettrice cerca di portare il messaggio di rottura del pregiudizio che riguarda queste facoltà e l’autoesclusione che molte donne operano. È giusto che si presenti questi corsi come qualcosa di inclusivo verso tutti. Ma allo stesso tempo mi chiedo: perché scadere in una misera lotta tra sessi, dichiarando che i dati mostrano che le studentesse STEM si laureano prima e con voti migliori rispetto agli studenti?
Fortunatamente concluse con una più condivisibile frase “Bisogna studiare ciò che si ama.”.
INTRODUZIONE DEL RETTORE TUSCIA
Si è proseguito con l’introduzione del rettore dell’Università della Tuscia, Stefano Ubertini. Anche lui viene da un percorso STEM, in particolare si è laureato in ingegneria meccanica. Ha iniziato mostrando su una mappa le 13 università nel Lazio che hanno facoltà STEM. Si è dedotto che per fortuna si riesce a coprire ampiamente tutta la regione, permettendo ai suoi abitanti, qualora lo volessero, di intraprendere questo percorso. Come bussola ai ragazzi ha lanciato il messaggio di seguire le proprie attitudini e non lasciarsi influenzare dal pregiudizio, che sia quello dei “corsi troppo difficili” oppure delle “lauree che pagano bene”. Per il rettore è stato importante soprattutto consigliare ai ragazzi di non smettere di studiare adesso, che ci sono molti modi, anche per chi è meno abbiente, di poter seguire un corso di laurea. Il rischio è che in futuro lo rimpiangeranno o comunque avranno più fatica intraprendere un percorso di studi.
INIZIA UFFICIALMENTE UNA VITA DA STEM
A guidare l’evento è stato il prof. Riccardo Faccini, laureato in Fisica e attuale Preside Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali alla Sapienza. Ha fatto una introduzione sul termine STEM, per poi citare una frase di Stephen Hawking che nonostante la sua bellezza fece partire qualche risata ai più. Il motivo è il presunto scandalo (smentito) che coinvolgerebbe lo scienziato per molestie sessuali, e da lì internet si è sbizzarrito con i meme. Boutade a parte, il professore ci ha tenuto ad invitare i ragazzi a fare una scelta, ma che sia loro. Per il Prof. bisogna stimolare i sogni dei ragazzi, ma che siano loro, non dei genitori, non della società.
Detto ciò, si è passati a dare una definizione di scienziato attraverso la lettura di due lettere: una del ‘45 di Enrico Fermi ad Edoardo Amaldi e una del ‘46 di Niels Bohr a Gian Carlo Wick.
TEST DI CONOSCENZE BASE E BOX DOMANDE
A questo punto il prof. Faccini, ha fornito a tutti un qr code, a cui tutti i ragazzi hanno potuto accedervi per fare un test di conoscenze base sulle materie STEM. Sono stati sedici quesiti a risposta multipla che sono stati corretti a fine giornata, ed a cui è seguita una top tre. Insieme al test è stata data la possibilità ai ragazzi con un altro qr di fare domande anonime riguardo le STEM. Manco a dirlo, già dopo 20 minuti lo stesso professore si è ritrovato a chiedere un po’ più di serietà alla platea, a causa delle troppe stupidaggini scritte. Risultato matematico, per restare in tema.
PRIMO INCONTRO DI TESTIMONIANZE
Per questo incontro il moderatore cambia, ed a prendere il testimone del Prof. Faccini è stata la Prof. Federica Giuliani, laureata in architettura e attualmente docente all’università della Tuscia. Non perdette tempo e fece entrare i suoi ospiti, partendo dal matematico Arianna Vicari. Quest’ultima concentrò il suo intervento sulla differenza tra quello che si fa alle scuole dell’obbligo e quello che si studia in Ateneo. Oltre che sfatare l’idea che nella matematica non serva la creatività, anzi è proprio richiesta.
La prossima ospite è stata l’ingegnere Tiziana Catarci, che ha studiato ingegneria elettronica. Esortò ricordando la rivoluzione digitale in atto, e che per chi ne volesse far parte dovrebbe iniziare un percorso di studi in informatica. Questa disciplina infatti è presente in moltissimi campi e settori, dall’agricoltura all’arte passando per economia, medicina, ecc..
Non ha perso occasione di dire che c’è bisogno di più ragazze nel settore, senza aggiungere nulla di più, rendendo sterile il messaggio. Difatti la platea non reagisce in nessun modo e si è sentito proprio l’applauso mancato.
Si è proseguito con il professore Associato di Visione Artificiale e Percezione Automatica dell’Università degli studi della Basilicata: Domenico Bloisi.
Iniziò attirando subito l’attenzione con il visore VR che portò sottobraccio. Subito dopo entrò un piccolo robot dalla forma umana, che salutò tutto il pubblico di ragazzi entusiasti alla visione. Neanche il tempo di riprendersi che il professore ha mostrato a tutti un video di una partita di calcio tra tanti piccoli robot, dello stesso modello che ci ha presentato. Dopo ciò ha parlato delle potenzialità del metaverso, e di come potrebbero essere le lezioni del futuro. Curioso è stato il suo approccio ad ingegneria informatica. Tutto è partito dalla volontà, in gioventù, di cambiare la schermata iniziale del suo pc affinché questo lo salutasse.
Il prossimo intervento è stato di Gabriele Sene, laureato in Scienze Statistiche ed economiche. Il suo è stato un incontro in cui sostanzialmente si vanta dell’alto tasso di occupabilità (parliamo di un 90%) e degli alti stipendi che attendono chi come lui seguirà gli studi di statistica. Francamente ho trovato il suo intervento il più “superficialotto” rispetto ai colleghi.
Finiti gli ospiti l’architetto Giuliani ha letto ai suoi ospiti una domanda arrivata in anonimo in cui si chiedeva sostanzialmente quanto fosse difficile seguire corsi STEM per chi ad esempio viene da un liceo umanistico. La Prof.ssa Catarci prende la parola e sostiene la tesi secondo cui non cambi nulla, perché all’inizio di ogni corso vengono dati tutti gli strumenti necessari affinché qualsiasi studente, con la giusta motivazione, possa farcela.
SECONDO INCONTRO DI TESTIMONIANZE
Ritorno del testimone al Prof. Faccini che presentò i prossimi ospiti. Si iniziò dalla ricercatrice nel settore dei trasporti Natalia Isaenko. Che ha parlato dell’utilizzo della simulazione di situazioni, chiamati anche “Gemelli digitali”, oltre che mostrare quanto sia applicabile questa disciplina a tanti altri campi.
Si continuò con il ricercatore Sapienza Mario Migliorino, laureato in ingegneria aerospaziale, e con una sua presentazione sulla materia. Ci tenne a dire anche che il nostro paese fa parte della prossima corsa allo spazio. Seguì la ricercatrice di Tor Vergata Erika Belforte, laureata in Chimica, e che scoprì tardi che questa materia aveva molto da offrirle. L’errore infatti fu non capirla a causa del tipo di studio che se ne fa alle superiori.
Poi ci fu l’esperta scientifica laureata a Roma3 in Beni culturali, Antonella Privitera. Che parlò di chi ha a che fare con i beni culturali come di una professione dinamica ed aperta a molti campi, per dirne uno? L’investigazione scientifica per il corpo dei carabinieri.
Si concluse il secondo ciclo di testimonianze con la Dott.ssa in Scienze dei materiali di Tor Vergata, Giada Corti. Con una interessante presentazione, mostrò a tutti l’importanza dei materiali e come questi siano per esempio legati al campo della salute. Per il suo campo è importante essere interdisciplinare e usare al meglio un mix di materie STEM per le proprie ricerche.
IN COLLEGAMENTO DAL CERN
Proprio così, a tutti i presenti fu possibile “spiare” l’ambiente del Cern, che ricordo essere il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Questo fu possibile grazie a quattro ex studenti Sapienza. Hanno spiegato come funziona l’acceleratore di particelle e descritto la loro quotidianità fatta di analisi dati e il controllo e raccolta immagini di particelle.
FINALE DI GIORNATA CON I VINCITORI DEL TEST
Nella top 3, che si aggiudicano dei libri offerti dall’Ateneo, troviamo in vetta con non poco imbarazzo del Prof. Faccini: Cicciogamer89, o meglio un ragazzo che ha usato questo nickname. Come venne pronunciato quel nome tutta l’aula esplose in un applauso scrosciante e in fragorose risate. Il motivo è da ricercarsi nell’omonimo influencer protagonista di molte vignette e meme online.