Lo scorso 25 giugno il Centro Congressi della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione (Università La Sapienza) è stato la sede del seminario “Verso una comunità di cura”, organizzato da Rete Fiocchi in ospedale – Associazione Save the Children.
L’incontro è nato con l’obiettivo di condividere le linee del lavoro comune e di identificare priorità e temi da inserire nell’agenda delle istituzioni del paese ad ogni livello, relativamente alla qualità del benessere di bambini e bambine, in particolar modo nei primi anni della loro vita.
Durante la prima parte della giornata, che ha visto Francesca Romana Marta (coordinatrice Rete Fiocchi in Ospedale) introdurre e moderare il seminario, sono intervenuti Bruno Mazzara, Direttore Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, Università La Sapienza, Raffaella Milano, Direttrice Programmi Italia Europa Save the Children Italia, Serena Battilomo, Ministero della Salute, Patrizia Savant Levet, neonatologa, ASL Città di Torino, Patrizia Elli, Associazione Culturale Pediatri, Francesco Macrì, Società Italiana di Pediatria (SIP), Enrica Pizzi, ricercatrice, Istituto Superiore di Sanità e Giorgio Tamburlini, pediatra, Centro per la Salute del Bambino Onlus di Trieste.
Molteplici i focus di questi interventi, tra cui l’urgente necessità di costruire una rete prendendo in considerazione quali sono gli ostacoli che impediscono di fare rete, e quali invece, i punti di forza.Oltre a ciò, altro centro di tali riflessioni, alcuni elementi indispensabili per poter realizzare una rete: scambiarsi le competenze, “USARE” la ricchezza delle esperienze che provengono da diverse realtà, città e testimonianze. Quest’ultimi sono indubbiamente alcuni degli elementi necessari per sviluppare anticorpi che arginano la povertà educativa e per un’ottimale sviluppo psicofisico del bambino.
Da questi interventi si evince inoltre, una delle parole chiave intorno alla quale è stato pensato quest’incontro ossia: l’integrazione sociosanitaria. Nonostante questa parola venga ripetuta molte volte nei diversi ambienti, ciò non significa che si realizzi cosi facilmente, anzi, il dialogo ospedale-territorio è sempre molto complesso a volte inesistente, e ciò avviene ugualmente circa il dialogo tra i servizi stessi del territorio.
Oggetto della giornata, anche altre parole chiave tra cui: anticipazione, ossia l’intervento prima ,o, prima che la situazione peggiori, comunità, ovvero fare una comunità sociale e una comunità come empowerment, infine, comunicazione, il problema, che è uno dei motivi per cui nasce il progetto Fiocchi in Ospedale, è la comunicazione intrasistema e intersistema.
Il progetto Fiocchi in Ospedale, (nato prima come grido e in seguito come organizzazione) nasce dalla consapevolezza che sta andando sempre più diminuendo il senso di responsabilità da parte della comunità circa la nascita come valore pubblico, il progetto si pone quindi un’ulteriore finalità: la lotta alle diseguaglianze alla nascita, ci sono infatti condizioni di povertà materiale ma anche educative che pregiudicano il benessere psicofisico del bambino e dei genitori. Missione di questo progetto è portare il territorio in ospedale.
Altro focus del seminario è la necessità di ridurre i fattori di rischio e aumentare i fattori di protezione. Lavorare, ad esempio, sulla prevenzione del disagio e sul sostegno alla genitorialià: è necessario essere curati per curare e nello svolgere tale lavoro è fondamentale comunicare con altri servizi per intervenire in modo coordinato.
La seconda parte della giornata, ha visto gli interventi di: Giulia Cnapich, Fiocchi in Ospedale, Torino, Anna Vaccari, Spazio Mamme, Torino, Nadia Colledan, coordinatrice consultori familiari 5° circoscrizione, Torino e Margherita Fioruzzi, Mama Chat, progetto nazionale online. Attraverso quest’ultime esperienze di lavoro orientate all’intervento precoce si è riflettuto circa il seguente nucleo dell’incontro: curare, costruire la relazione dai primissimi anni di vita per favorire uno sviluppo positivo, la riflessione si è svolta affrontando principalmente il successivo tema: anticipare il contrasto alla povertà educativa fin dalla primissima infanzia, sollecitando un contatto sereno e positivo tra il bambino o la bambina e i genitori e/o gli adulti di riferimento. La costruzione della relazione di cura è determinante per il rafforzamento del sistema di interconnessioni neuronali del piccolo/a e per mettere le premesse di uno sviluppo postivo, oltre a contribuire alla prevenzione di comportamenti maltrattanti e trascuranti da parte degli adulti di riferimento.
A condividere la propria esperienza, anche: Catterina Seia, Nati con la cultura, Torino, Claudia Paraguai, Cooperativa Sociale Orizzonte, Pescara, Elisa Serangeli, Pianoterra, Progetto NEST, Roma. Tre progetti ad alto contenuto educativo per i piccolissimi.
Sono intervnuti inoltre Maria Elena Bettinelli, ATS città metropolitana di Milano, Cristina Berliri, DG Lotta alla povertà Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, Maura Forni, Servizio Politiche sociali e socio educative Regione Emilia-Romagna, Daniele Chitti, Servizio Infanzia Comune di Imola
Due esperienze di lavoro integrato: Manuela Segre, Dare voce al silenzio, Torino, Angelica Centrone, Fiocchi in Ospedale, Bari e Angela Di Cillo, Spazio Mamme, Bari.
Per mezzo di quest’ultimi interventi si è concluso il seminario, ossia con la riflessione circa l’integrazione: coordinare attori e risorse per ampliare e qualificare le azioni, attraverso il confronto tra istituzioni, attraverso l’integrazione di attori e strumenti per il sostegno perinatale.
Alessia Tito