Il 6 marzo, presso “La Sapienza” Università di Roma, presso Villa Mirafiori, si è tenuto l’incontro di apertura del seminario permanente di Filosofia teoretica. L’evento titolato “Voci filosofiche sul fascismo” ha ospitato Roberto Esposito, professore di filosofia teoretica presso la prestigiosa “Scuola normale superiore di Pisa”. Il Coordinamento scientifico, curato dalla professoressa Donatella Di Cesare, professore Marcello Mustè e la professoressa Elettra Stimilli. Durante la lezione, il docente ha affermato che l’aumento di ricerche portate avanti dagli storiografi riguardo il fascismo, aiuta a mettere in luce i protagonisti di quel periodo. Oltre alla storiografia anche la filosofia ha giocato un ruolo importante riguardo l’analisi di questo momento storico; infatti, quest’ultima entra nel profondo, offrendo così delle spiegazioni del fenomeno più acute. Sia il fascismo che il nazismo presentano delle affinità filosofiche, partendo dagli stessi intellettuali esperti in materia che aderirono a questi due movimenti, come ad esempio Heidegger in Germania vicino alle idee naziste e Gentile in Italia affine al fascismo. Analizzando questi due fenomeni con la filosofia, è possibile infatti scoprire le similitudini nazifasciste, come Hitler vede in Mussolini un alleato filosofico e queste affinità filosofiche spingono i due dittatori ad una alleanza. Uno tra i più importanti elementi in comune dei due regimi totalitari è quella della lotta contro il comunismo, identificato come nemico di entrambi.
Il professor Esposito spiega come il fascismo non sia solo filosofia, ma anche metafisica; infatti, il carattere dominante del fascismo è una “macchina metafisica”, mettendo in luce la superiorità del partito nel suddividere realtà opposte una dentro l’altra. Riuscendo così ad utilizzare anche le armi del nemico, occupando così tutte le posizioni in campo per poi espellerlo. La potenza del pensiero fascista è quella di colpire nello spirito e nel corpo, avviare un processo di soggettivazione che colpisce le masse, seducendole e portandole a identificarsi in un capo carismatico. Questo punto di forza risulta essere difficilissimo da combattere, poiché essendo la pulsione più forte dell’ideologia, chi combatte contro il regime deve combattere la macchina pulsionale. Oltre al fascismo, sotto l’aspetto filosofico, viene analizzato anche il nazismo, il nazionalsocialismo viene visto come un’ideologia destinata a distruggersi da sola. A dimostrazione di ciò il suo carattere di “accelerazione al grado estremo”, applicato con la “guerra lampo”, tattica bellica utilizzata da Hitler per invadere i nemici durante la Seconda guerra mondiale, piano poi dimostratosi fallimentare. L’intervento si conclude con un appello del professore, affermando che per combattere il fascismo bisogna smontare la macchina metafisica, su cui ha prosperato.
L’incontro di oggi è stato un’occasione per esplorare come la filosofia, oltre la storia, per essere un valido strumento per studiare le caratteristiche dei regimi totalitari. Analizzarli sotto un punto di vista più profondo può essere utile per capire i loro veri effetti e ripercussioni, con l’augurio che questi fenomeni autoritari non si ripetano ancora.
Di seguito l’intervista a Roberto Esposito, relatore dell’evento e docente di Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.