Si chiude il 2 dicembre, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, Where are we now?, la trentaduesima edizione del Romaeuropa Festival, pensato e organizzato da Monique Veaute (Presidente della Fondazione Romaeuropa) insieme al Prof. Massimo Bergamasco (Direttore dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).
La manifestazione, suddivisa in tre momenti, verrà aperta alle ore 17 dal talk del professor Bergamasco e dal performance artist australiano naturalizzato cipriota Stelarc, i quali presenteranno le loro ricerche cercando di delineare le caratteristiche di questo presente che tra nuove tecnologie, nuovi materiali e nuove forme di design cerca di condurre l’uomo verso il futuro.
Successivamente, alle ore 19, sarà possibile assistere a due performance. La prima intitolata “l’Oblio” dell’artista tedesca Julia Krahn, nata come una ricerca sul senso dell’abbandono. “La performance si sviluppa su tre livelli, portando un’esperienza familiare al livello personale dell’artista, che la ripropone al pubblico, diventando così esperienza condivisa ed infine universale. Attraverso questa condivisione l’artista esorcizza il dolore e cerca una soluzione al senso dell’abbandono” (artraising).
La seconda performance invece, intitolata”Menelike” e firmata dal duo Invernomuto (Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi) “è un’azione che ruota attorno alla presenza di un cantante afro-italiano di origini etiopiche, che improvvisa un flusso di parole e crasi” (artraising).
L’edizione si concluderà infine alle ore 21 con un live music che vedrà in scena Cracking Danilo Rea, un progetto ideato dall’artista Alex Braga e costruito con Danilo Rea, tra i più celebri improvvisatori pianistici al mondo. L’opera è dedicata al rapporto uomo-macchina e all’impatto della robotica sulla nostra vita.
Alessandro Lauria