Giovedì 6 marzo, presso la Sala lauree della Facoltà di Economia, si è tenuta la prima parte della terza edizione di Space-economy PhD workshop.
Un appuntamento annuale dedicato a dottorande e dottorandi che svolgono attività di ricerca nell’ambito della Geografia economica e delle Scienze regionali presso Sapienza e il Gran Sasso science institute (L’Aquila).
Il workshop di dottorato sull’economia spaziale si è aperto affrontando la tematica della geografia dell’innovazione, in particolar modo, effettuando un’attenta analisi della rete di mobilità che prevede la sempre più diffusa migrazione degli “Inventors”, i quali tendono a collocarsi in aree che concentrano significativamente il cosiddetto “Human capital”.
I primi interventi di Francesco Castellano e Alberto Maria Radici (Sapienza) hanno ritenuto la scarsa mobilità come causa principale di queste concentrazioni diseguali di risorse tecniche, intellettuali ed economiche. Facendo riferimento ad un contesto molto recente e molto impattante, la pandemia da COVID-19 e i relativi studi per la ricerca di un vaccino adeguato, si è sottolineato come la tanto attesa cura abbia richiesto un’alta intensità di conoscenza nel corso degli esperimenti e abbia determinato rilevanza sia economica sia sociale a tutti gli individui coinvolti.
Molti attori (e regioni) vennero coinvolti in varie ricerche ma i benefici furono, e per certi versi sono tutt’ora, condivisi tra pochi.
Tirando le fila del discorso, gli studiosi hanno puntualizzato che la mobilità degli inventori genera un modello di co-periferia, in cui gli hub (concentrazioni di risorse e attività) sono in grado di circolare e beneficiare dello scambio di conoscenze mentre le periferie risultano meno dinamiche.
La mobilità intra regionale è essenziale per bilanciare i diversi contributi istituzionali e questo equilibrio caratterizza la rilevanza degli hub nella rete, mentre la sua assenza porta a una perdita di capitale umano.
La capacità di auto-organizzazione rende la rete resiliente agli shock casuali ma vulnerabile quando questi prendono di mira i suddetti hub; il dominio di essi nella rete pone ulteriori problemi di disuguaglianza spaziale.
In conclusione, il workshop di dottorato sull’economia spaziale ha offerto una panoramica stimolante e multidisciplinare delle potenzialità del settore.
I contributi emersi hanno dimostrato che la territorialità non è più solo un’area di ricerca scientifica, ma un motore di innovazione e crescita economica, con impatti che spaziano dalla sostenibilità alla trasformazione delle industrie tradizionali. Le discussioni e le idee condivise durante il workshop non solo hanno arricchito la comprensione teorica del campo, ma hanno anche fornito spunti pratici per future ricerche e applicazioni. Si ha la consapevolezza che l’economia spaziale è una frontiera in continua espansione, e i giovani ricercatori presenti sono chiamati a essere i protagonisti di questa nuova era di sviluppo e innovazione.